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Il Portogallo sfida gli “orange” disperati, la Germania a caccia del bottino pieno contro i danesi
17 giugno 2012, 1:43 PM
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PORTOGALLO-OLANDA
Due nazionali da sempre simbolo di bel gioco e divertimento ma che poco o niente hanno raccolto nella loro storia. L’Olanda degli anni ’70 rivoluzionò il calcio e raggiunse due finali mondiali consecutive, ma una la perse con la Germania e l’altra con l’Argentina. Solo nel 1988 riuscì a trionfare agli europei, ma rimane comunque un bottino troppo magro per i giocatori di cui la nazionale orange poteva disporre a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Il Portogallo, dopo Eusebio, non ha mai potuto schierare un grande attaccante che finalizzasse il buon gioco quasi sempre espresso, ma rimane imperdonabile l’occasione gettata al vento agli europei del 2004: manifestazione ospitata proprio dal Portogallo e finale tra la formazione di casa e la Grecia, praticamente come neanche i portoghesi avevano sognato eppure sono riusciti clamorosamente a perdere e a fare entrare la Grecia nella storia. Anche per quanto riguarda l’europeo in corso non mancano le analogie tra queste due nazionali, nel senso che Robben, Sneijder e Ronaldo erano senza dubbio tra i protagonisti più attesi e che più hanno deluso, rispecchiando in pieno la mancanza di concretezza che storicamente contraddistingue le loro nazionali. A inguaiare in classifica queste due squadre ci ha pensato la ben più concreta Germania, che contro di loro ha raccolto bottino pieno. Soprattutto per l’Olanda la situazione è ormai critica a causa della sconfitta rimediata anche contro la Danimarca. Detto tutto questo rimane una delle partite che, sulla carta, può garantire un grande spettacolo e mettere a confronto due ottime scuole calcistiche oltre che grandi campioni che sicuramente vorranno lasciare qualche traccia in questo europeo, per ora molto deludente per loro.


DANIMARCA-GERMANIA
Impossibile non pensare alla finale degli europei del 1992. La Germania era come sempre una delle formazioni candidate alla vittoria finale, mentre la Danimarca partecipò a quella manifestazione solo a causa della squalifica che la FIFA impose alla Jugoslavia. Esatto, il classico ruolo di “Cenerentola” del torneo, invitata all’ultimo momento al gran ballo e non considerata da nessuno. Raggiungere la finale, per la Danimarca, fu già un’impresa incredibile, poterla disputare contro la grande Germania era un privilegio, vincerla fu l’apoteosi! La Germania, a differenza di altre nazionali, non è solita sprecare le grandi occasioni che le si presentano, eppure in quell’occasione vinse la Danimarca 2-0. Una delle tante favole che il calcio sa raccontare, la storia di una squadra trovatasi all’europeo quasi per caso e arrivata a vincerlo contro ogni pronostico e ogni fantasia. La sfida di oggi non avrà certo lo stesso fascino di quella partita, perchè una finale non è anzi, è solo una partita del girone eliminatorio, ma alcune cose non sono cambiate dal 1992. I tedeschi infatti rimangono una delle due squadre (insieme alla Spagna) favorite per la vittoria finale, mentre ai danesi era riservato il ruolo di “vittima sacrificale” in un girone di ferro. Difficile che la Danimarca si qualifichi per i quarti di finale, ma era parecchio difficile anche che alzasse la coppa 20 anni fa. Probabilmente, proprio quella finale vinta dai danesi, porterà i tedeschi a giocare al massimo anche se hanno già sei punti e potrebbero accontentarsi di un pareggio. Ma sono sicuro che nessuno in Danimarca si stia dispiacendo di aver vinto quella volta!
(Jacopo Pezzoni)


Classifica – Gruppo B
Germania pt. 6
Portogallo pt. 3
Danimarca pt. 3
Olanda pt. 0



L’Italia e il boccone croato: in campo stasera alle 18
14 giugno 2012, 11:39 am
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QUI ITALIA – “L’idea è di non cambiare tanto per dare una continuità”. Le parole sono del nostro ct Prandelli, e ci auguriamo suonino come auspicio. Eh sì, se l’Italia riuscirà a mantenere attenzione e palleggio sfoggiati coi campioni del Mondo all’esordio, le prospettive di digerire bene la pietanza croata sono ottime. La continuità chiesta da Prandelli comincia inevitabilmente dagli undici in campo: si va verso la conferma con l’unico dubbio Balotelli-Di Natale, dubbio che ci terremo fino agli inni iniziali. Per il resto quindi pare tutto confermato, con De Rossi che ha dimostrato eccome di meritare un posto in mezzo alla difesa (la prima vera vittoria di Prandelli contro tutti gli scettici). Proprio al romanista il ct pare chiederà un pizzico di lavoro in più, cercando di abbinare la grinta e l’attenzione difensiva ad una fase di appoggio per far ripartire la manovra. “Ha le doti fisiche per farlo, perchè ha la resistenza del centrocampista”, ha spiegato il coach di Orzinuovi. Su De Rossi ci ha già preso una volta, siamo quindi fiduciosi. Fermo restando che Barzagli “sta rispettando i programmi, siamo fiduciosi” dicono dallo staff medico azzurro. Stasera alle 18 non ci sarà, però già in previsione Irlanda è una bella notizia. Unico dubbio in attacco quindi, e Cassano (l’unico sicuro di scendere in campo dall’inizio) non ha preferenze: “Di Natale è il mio cecchino preferito, so che quando gli passo la palla, fa sempre gol”, e se gli si chiede chi preferisce tra “Marione” Balotelli e Totò la risposta è un correttissimo “me lo tengo per me”. Quando non dovrebbe diventa diplomatico. Terribile sto Cassano!
QUI CROAZIA – I ragazzi di Bilic stanno avanti nel girone, e questo già li fa partire favoriti. La squadra ancora una volta si è dimostrata tosta e all’esordio ha fatto vedere che grinta e sprazzi di qualità ce li ha. Come sempre. Bilic, secondo solo a Mourinho nel catalizzare l’attenzione davanti ad un microfono, ha già cominciato a caricare i suoi, in special modo il suo pupillo in mezzo al campo Modric, che “è meglio di Pirlo”. Sicuro dei suoi, il ct croato racconta la ricetta anti azzurro: “dovremo essere compatti e creativi, pressarli a tutto campo ed essere aggressivi”, e alla fine è certo che “non falliremo”. Tosto Slaven Bilic, ma si sapeva già. Il ct ha neutralizzato la polemica con Olic, che ha raccontato come la sua esclusione sia per scelta tecnica e non per infortunio come fatto credere. “La situazione di Olic è chiara”. Stop. Molti giornali hanno poi riportato la presenza nel ritiro croato di un “santone” con stimmate e un segno della croce inciso in fronte. Si tratterebbe di tal Zlatko Sudac. Sicuro però non sarà nell’undici iniziale, di questo Prandelli può star tranquillo.
Gli ultimi precedenti sanno di amaro per gli azzurri. Nel 2002 in Corea e Giappone l’Italia del Trap perse 2-1 nella fase a gironi (segnarono Olic e Rapaic), mentre nelle qualificazioni per Euro 96 una doppietta di Davor Suker ci stese in quel di Palermo. La pietanza sarà disgustosa da digerire anche stasera (in campo dalle 18), ma Prandelli e i suoi hanno tutto per buttare giù il boccone.
(Alberto Lucchini)



Un ventenne con più esperienza: il Trap e Irlanda-Croazia
10 giugno 2012, 12:46 PM
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Stasera oltre al debutto azzurro (alle 18 contro la Spagna), scenderà in campo anche l’Irlanda di Trapattoni, l’altra fetta d’Italia presente in questo Europeo. Pronti via, il Trap ha già stabilito un record. Nato a Cusano Milanino nel 1939, è infatti il tecnico più anziano a guidare una nazionale in una manifestazione continentale. Piccolo consiglio: a lui non diteglielo! “Dicono che i vecchi non hanno più voglia di scoprire novità, io sì, quindi non sono vecchio: sono un ventenne con più esperienza, avessi 15 anni meno giocherei”. Chiaro, no?
A giocarsi il debutto nel nostro stesso girone il Trap questa sera a Poznan troverà la Croazia di Slaven Bilic, che ha 29 anni in meno. Con una nazionale non più ricca di talento come ai tempi di Boban e Davor Suker, Bilic nel 2008 fece un figurone vincendo il girone (battendo anche la Germania finalista), poi si fermò subito ai quarti contro la Turchia di Terim. Oggi la situazione è più o meno la stessa: il talento tra i croati lo si misura col contagocce e in più non è partito per l’Europeo Ivica Olic, l’unico a poter dare forza ed esperienza là davanti. I croati però sono capacissimi di exploit. Un piccolo miracolo il ct Bilic l’ha già fatto quattro anni fa e il gruppo è praticamente lo stesso (a parte la pesante assenza di Olic).
Dal canto suo il Trap punta sull’orgoglio, conscio che per lui (e il vice Tardelli) sarà durissima già stasera. Pronto a combattere, Giuàn in questi giorni ha caricato l’ambiente: “abbiamo dei supporter meravigliosi ed è vietato deluderli. Bilic si ricordi che la forza dell’Irlanda è anche mentale. Siamo una squadra forte che sta bene fisicamente, in più abbiamo fiducia in noi stessi. È bene che i croati ne tengano conto”. Coltellaccio tra i denti, Trapattoni ha anche affrontato le critiche della stampa irlandese che non ha digerito una sua scelta nelle convocazioni, chiamando McShane al posto di Foley, che pare non averla presa benissimo. “Vi ho già spiegato perché ho scelto un giocatore al posto di un altro, non voglio più parlarne. Basta”. E poi: “McShane è irlandese o straniero? Ho convocato un altro giocatore irlandese, non vedo qual’è il problema. Ho chiamato un difensore al posto di un altro”. Tutto il mondo è paese, c’est la vie Giuàn!
In campo gli irlandesi contano molto sul capitano Robbie Keane, giocatore dei Los Angeles Galaxy di Beckam che però a Gennaio è tornato in prestito in Premier League con l’Aston Villa. Quattro mesi in un campionato decisamente più impegnativo della Major League americana bastano al Trap per ritenerlo pronto, anzi la sua presenza non è mai stata messa in discussione e Trapattoni gli ha praticamente affidato la squadra: “can be our Totti”, ha dichiarato. In difesa ci sarà l’ex Manchester United (da quest’anno al Sunderland) John O’Shea, mentre per cercare vivacità sulle fasce il Trap chiederà dribbling a Damien Duff, ala del Fulham con un passato di alti e bassi al Chelsea. “Non siamo una squadra che gioca un calcio tecnicamente superiore. Siamo una squadra con determinate caratteristiche che mi piacciono molto. Non abbiamo molti giocatori creativi, ma giocatori semplici e diretti”. Proprio come lui, un “ventenne con più esperienza” nato al confine con la Brianza.
(Alberto Lucchini)


Le probabili formazioni:


IRLANDA (4-4-2): Given, O’Shea, Dunne, St Ledger, Ward, Whelan, McGeady, Andrews, Duff, Keane, Long. All. Trapattoni.
CROAZIA (4-4-2): Pletikosa, Srna, Corluka, Schildenfeld, Strinic, Rakitic, Vukojevic, Modric, Perisic, Jelavic, Mandzukic. All. Bilic.



Euro 2012: TMB c’è
4 giugno 2012, 10:31 am
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Pochi giorni e si parte. Venerdì a Varsavia si aprirà il sipario su Euro 2012. 16 squadre divise in 4 gironi verso un sogno: esserci alla finale del 1 luglio a Kiev. Oltre ai campioni in carica della Spagna, agli azzurri di Cesare Prandelli nella fase a gironi toccherà la Repubblica d’Irlanda del Trap e la Croazia. Non è facile la strada per Kiev, ma neanche impossibile.
TMB seguirà ovviamente gli azzurri ma non solo. Attraverso la nostra rubrica “Tutto molto buono” cercheremo di raccontare l’Europeo gustandolo sotto il palato, attraverso piatti tipici da provare e bagnare con bevande ad hoc. Ci saranno poi i pronostici di All In e una serie di focus e retroscena che racconteranno le partite più belle. Euro 2012 è anche occasione per ammirare il buon vecchio Continente, e TMB lo farà portandovi tra le bellezze della nostra Europa. Questo e altro ancora per seguire al meglio i 23 giorni di Euro 2012 in Ucraina e Polonia. E quello che non diremo suggeritecelo voi, commentando sulla nostra pagina Facebook (cliccando qui) o “twittando” (qui).
Gli Europei sono alle porte e noi di TMB ci saremo, per raccontarvelo e per tifare ovviamente azzurro!
(La redazione)



Gli azzurri del “calcetto”
1 marzo 2012, 11:32 am
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“Mi piace condividere la mia gioia assieme ai giocatori”. A parlare è il commissario tecnico azzurro dopo la finalina per il terzo posto vinta agli ultimi Europei. Ovviamente non stiamo parlando di Cesare Prandelli, bensì di Roberto Menichelli, romano di nascita e condottiero azzurro ai recenti Europei di calcio a 5 giocati in Croazia. Anticipando di qualche mese l’esperienza degli azzurri di Prandelli in Polonia e Ucraina, la nazionale di calcio a 5 è scesa in campo a febbraio nella competizione continentale, strappando un ottimo terzo posto finale.
Internazionalmente definito futsal (football da sala), il calcio a 5 vive e mastica talento tra le fila del nostro movimento italiano. In Croazia, dopo che gli azzurri avevano perso in semifinale con la corazzata della Spagna (attualmente la nazionale più forte insieme al Brasile anche nel mondo del “calcetto”), si sono imposti 3-1 nella finalina contro i padroni di casa croati. “Questo riconoscimento ci dà la convinzione morale per andare avanti e continuare nel progetto di valorizzazione dei giovani. Ora pensiamo ai playoff contro la Norvegia per andare al Mondiale, che adesso diventa il nostro obiettivo principale”. Le parole del CT Menichelli sono lo sprono a tutto un movimento che ha una storia molto giovane. La prima partita ufficiale della nazionale italiana è infatti datata 10 novembre 1984 (vittoria per 4-0 contro l’Olanda), e vede la sua impresa più bella il 24 febbraio 2003: quel giorno al Palamaggiò di Caserta gli azzurri diventano campioni d’Europa battendo l’Ucraina, sotto la guida tecnica di Alessandro Nuccorini e guidati in campo dal capitano Salvatore Zaffiro. L’anno dopo ai mondiali di Taipei gli azzurri di Nuccorini sfiorano un’altra grande gioia arrivando alla finalissima. La Spagna ci batté anche allora, lasciandoci però ad applaudire un gruppo campione d’Europa e vice campione del mondo: dal portiere Angelini ai fratelli Edgar e Rodrigo Bertoni, fino a Fernando Grana, attualmente il giocatore che più volte ha vestito la maglia azzurra (per lui sono 113 le gare disputate). Nomi che hanno fatto grandissima l’Italia nel futsal mondiale.
Uno dei protagonisti della nostra nazionale odierna è il portierone Stefano Mammarella, autore tra l’altro del terzo gol che ci ha consegnato il bronzo agli ultimi Europei. Numero uno del Montesilvano, Mammarella col suo club è fresco vincitore della Uefa Futsal Cup (ed è la prima vittoria per una squadra di futsal italiana). Oltre a parare poi, Stefano Mammarella il vizio del gol pare avercelo: “ne avevo già fatto uno contro il Benfica in Uefa, vuol dire che le competizioni europee mi portano bene”, racconta. Il capitano di questa nuova nazionale tutta grinta è Marcio Forte, che assicura: “il gruppo è giovane e sta lavorando bene, sicuramente cresceremo in futuro”.
Parole dolci come il miele, che rivelano un’Italia del calcio a 5 all’altezza, come si richiede ad una nazione dove il pensiero pallonaro sta in cima alle passioni del suo popolo. Il primo successo di un club in Europa (col Montesilvano di Mammarella) e i bei risultati degli azzurri, che in bacheca hanno già un titolo continentale, dimostrano un “calcetto” italiano gonfio di qualità. La Fifa ha riconosciuto il futsal a livello internazionale solo negli ultimi vent’anni (il primo campionato d’Europa ufficiale è stato organizzato nel 1999 mentre la prima edizione dei campionati mondiali è stata nel 1989) e sempre più rapidamente tutto il mondo attorno sta crescendo. A noi appassionati non resta che tifare Italia il prossimo 28 marzo in Norvegia (partita che verrà trasmessa da Rai Sport), dove gli azzurri si giocano l’andata playoff per accedere ai prossimi Mondiali, che saranno di scena a novembre in Thailandia.
(Alberto Lucchini)