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Osvaldo, Prandelli e le regole d’oro dello sport
31 Maggio 2013, 5:02 PM
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Daniel Osvaldo: per lui niente Confederations Cup

Daniel Osvaldo è un talentuoso centravanti italoargentino della Roma, ed è un personaggio decisamente atipico tra quelli che calcano i campi da gioco. Scrive canzoni e poesie, in una recente intervista, ripresa da molti siti dedicati alla Roma, ha parlato di Joaquin Sabina (rivoluzionario antifranchista: “Una persona che per sostenere un’idea ha messo a rischio la sua vita. Un poeta. Un grande narratore. Ti restituisce l’illusione che parli proprio di te“) e citato tra i suoi modelli Frédéric Beigbeder (“Un nichilista che crede nel dogma della velocità. Se non siamo certi di vedere il domani, dice, è meglio correre“) e raccontato che quando giocava a Barcellona, lato Espanyol, andava in Placa Catalunya a suonare la chitarra. Decisamente il numero 9 che non ti aspetti. Il suo grande limite è senza dubbio un carattere troppo impetuoso, che lunedì scorso l’ha portato decisamente a oltrepassare il segno.
Domenica la Roma perde uno storico derby contro la Lazio: per la prima volta la stracittadina della Capitale assegnava un trofeo, la Coppa Italia, per di più in partita secca ed al termine di una stagione non certo brillante per i giallorossi. Con il gol di Lulic la Roma ha visto sfumare la possibilità di alzare la decima Coppa della sua storia (che sarebbe valsa per la prima volta nella storia del calcio italiano la stella d’argento), la supremazia cittadina, la sfida con la Juve nella Supercoppa di agosto e, soprattutto, la qualificazione alla prossima Europa League. La bruciante sconfitta, sommata all’esclusione dall’undici titolare, deve avere fatto saltare i nervi di Osvaldo che ha reagito dedicando un pesantissimo tweet al suo allenatore Andreazzoli, bollato come incompetente e apostrofato con un pesantissimo “Vai a festeggiare con i laziali“. Un episodio grave e forse senza precedenti.
Le conseguenze dell’inconsulta dichiarazione, per il centravanti italoargentino, sono state pesanti: Cesare Prandelli lo ha punito con l’esclusione dalla Confederations Cup, il torneo premondiale che si disputerà a giugno in Brasile. Da notare che per l’attaccante giallorosso è la seconda esclusione per motivi disciplinare della gestione Prandelli. Troppo severo? Se ne può discutere: quello che penso è che passi il carattere forte, ma qui siamo alla violazione di una delle regole d’oro dello sport (e a ben pensarci, anche della vita), quella per la quale in una squadra si vince e si perde tutti insieme. Per quanto la presenza di Osvaldo in Brasile avrebbe fatto molto comodo agli azzurri, se si vuole costruire un gruppo affiatato in vista dell’avventura mondiale dell’anno prossimo comportamenti come questi possono nuocere molto: e allora, posto che Osvaldo ha anche disertato la premiazione (ufficialmente il motivo dell’esclusione è questo), il mister azzurro ha anteposto il Codice etico alle esigenze tecniche della sua formazione. Una scelta coraggiosa, della quale io penso gli vada reso merito: Prandelli è un grande allenatore e un grande uomo di sport, e speriamo di tenercelo a lungo sulla panchina azzurra.
E’ recente, invece, l’indiscrezione secondo la quale l’Atletico Madrid, che stava pensando proprio ad Osvaldo per sostituire il partente Falcao, avrebbe cambiato idea a causa proprio del suo carattere difficile: forse per lui questa sarà l’occasione definitiva per imparare la lezione e domare il suo temperamento. Che anche stavolta è stato d’ostacolo ad un talento che certo non gli manca. (Giacomo Galazzo)



Forza azzurri, arrivano i Panzer!
28 giugno 2012, 12:56 PM
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E se anche un colosso trema, c’è da ben sperare. “Sono dei veri cagnacci, non hanno paura di niente”, scrivono in modo pittoresco nelle edicole tedesche. La Germania parte favorita, e lo sanno, ma quello che fa più paura è la mentalità che Prandelli ha inculcato: oltre all’attenzione in fase difensiva, ora la nazionale in questi Europei ha mostrato anche una buona dose di palleggio nella metà campo avversaria. Se l’Inghilterra è parsa troppo arrendevole, il match inaugurale contro gli spagnoli l’ha invece dimostrato in pieno. Come dire: il catenaccio l’abbiamo inventato noi e lo sappiamo fare, ma occhio che c’è dell’altro!
Per esempio gli azzurri hanno un centrocampo tra i più forti al mondo. De Rossi (per stasera dovrebbe recuperare), Marchisio e Pirlo hanno pochi rivali che come loro sanno condensare qualità e quantità. “Sarà una partita aperta a ogni risultato. Abbiamo solo un’arma: rischieremo. Non possiamo tornare indietro, significherebbe snaturare due anni di lavoro e sarebbe da immaturi”. Le parole del ct di Orzinuovi, per tutti Cesare Prandelli, suonano una musica nuova per la nazionale, e forse è quello che preoccupa i tedeschi. Ma Prandelli è realista: “non credo che la Germania abbia paura di noi. Troveremo una squadra convinta, che non avrà remore”. Quello che però, al di là di tattiche e pre tattiche, farà la differenza è sempre il solito organo umano, molto più in alto delle gambe. “Sarà una grande gioia giocare questa partita. Abbiamo grande serenità, è una sfida affascinante. Sogno una serata fantastica”. Se non scappa la lacrima è un miracolo! In campo si va verso la conferma degli azzurri anti Inghilterra, con però alcuni dubbi che il buon Cesare si tiene per sé. Il primo punto riguarda Chiellini, che potrebbe farcela dopo la botta contro la Croazia e in quel caso potrebbe anche giocare terzino al posto di Balzaretti, che è in dubbio. Poi c’è De Rossi, nel caso non ce la facesse sicuro ci sarebbe l’innesto di Nocerino. In ultimo il ruolo di “fantasista”: Diamanti o Montolivo? Pare di più il secondo, ma c’è da aspettare stasera gli inni per capire. Si è poi parlato di un ritorno alla difesa a tre: crediamo però sia un’opzione debolissima nella mente di Prandelli.
I panzer tedeschi dal canto loro sono prontissimi, e difficilmente avranno qualche paura, come sottolineato dal nostro ct. Gomez ritorna in attacco dopo il turno di riposo ai quarti di finale (esatto, possono permettersi anche questo) ed anche Schweinsteiger, dopo qualche problemino, sarà solido in mezzo al campo. Ci saranno tutti e al meglio, per sovvertire un andazzo che contro noi azzurri li vede sempre messi male (vedi il 2006 oppure la partita incredibile del 4-3 nel 1970). “Nel calcio non esistono le rivincite. Non è possibile mettere a posto quello che è successo nel 2006. Per i nostri giovani tutto questo non ha alcuna importanza, appartiene al passato”, predica Low. Concentrati al presente e scurdammoce ‘o passato. Klose invece un po’ ci pensa ed è sicuro che “non finirà come il 2006”. Il ct tedesco poi si ferma su un aspetto tattico chiamato Andrea Pirlo, “uno che tocca molti palloni e che li sa distribuire pericolosamente. Il nostro obiettivo principale sarà disturbarlo. Un uomo su di lui sarebbe troppo. Però sappiamo come gioca e cercheremo di limitarlo”.
Di sicuro sarà una grande sfida, a partire dai due ct. Il gran lavoro di Low tra il mondiale in Sud Africa e questo Europeo è concreto e da esempio. La sua è una squadra tra le tre migliori al mondo, con pochi punti deboli. Dall’altra parte Prandelli ha cercato, e spesso ci è riuscito, di cambiare alcuni aspetti che fanno parte del dna azzurro, come per esempio osare un poco in alcuni momenti della partita. Stasera bisognerà farlo, e alla fine speriamo che per tutti noi sarà una “serata fantastica”.
(Alberto Lucchini)



Il giorno degli Azzurri: vincere e basta!
18 giugno 2012, 6:24 am
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E oggi tocca a noi. Repubblica Ceca, Grecia, Germania e Portogallo l’hanno spuntata nei rispettivi gironi e sono già ai quarti. Questa sera va in scena il gruppo C degli azzurri, che ancora una volta come nel 2004 profuma di biscotto a bassissimo tasso di digeribilità. Il secondo tempo sotto tono contro la Croazia ha mostrato un’Italia pigra e rinunciataria (mentalità mai vista nell’era Prandelli), e il pareggio ottenuto ha complicato le cose. Eh va beh, soffrire è cosa da Italia, sotto tutte le gestioni tecniche. Sfatiamo però due miti di questi giorni. Punto primo: il paragone con il mondiale sudafricano. Quella situazione (anche allora due pareggi in due gare) non solo è fuori luogo ma suona ridicolo. Gli azzurri di Prandelli sono squadra che ha dimostrato di saperci fare eccome, mentre quella sfortunata avventura era figlia del riconoscimento verso i campioni del mondo che ha portato in campo giocatori visibilmente fuori forma. Non è più questo il caso. Ovvio. Il secondo punto riguarda l’ormai famoso biscotto, che eliminerebbe l’Italia anche in caso di vittoria se Spagna e Croazia terminassero con un pareggio da 2-2 in su. Il ct croato Bilic non l’ha mandata a dire: “siamo persone normali, cattolici o di altre religioni, non pensiamo a questo tipo di accordi, penso sia stupido parlarne ancora. Sia noi che la Spagna ce la giocheremo e all’Italia e agli italiani dico solo: fidatevi di noi”. Parole chiare che tolgono veleno dal discorso. Piccola precisazione poi da recapitare a Vedran Corluka, difensore della Croazia. Corluka aveva dichiarato: “l’Italia parla di biscotto? Da che pulpito”, riferendosi all’affaire Masiello e compagnia (poco) bella. Giusto, ma guai a credere che il cattivo sia solo uno. Nel dicembre 2011 due dirigenti della Federcalcio croata sono stati accusati di corruzione e finiti in manette, all’interno di un’inchiesta che aveva portato mesi prima le forze dell’ordine al fermo di circa venti tra giocatori e dirigenti del campionato croato. Tristissime vicende che senza la passione vera e pulsante di tutti noi avrebbero già da tempo seppellito l’intero movimento calcistico. Non solo quello italiano. Quindi, lasciamo stare biscotti o malizie varie. Il calcio non ne ha proprio bisogno.
“Una squadra come la nostra deve poter cambiare e adattarsi”. Prandelli lascia presagire un cambiamento abbastanza considerevole in previsione del match di stasera contro l’Irlanda del Trap. Si pensa per esempio alla difesa a quattro (potrebbe tornare Barzagli) e a qualche novità sulle fasce (Balzaretti e Abate scalpitano). Ma non è questo il punto: “non è importante il modulo, ma il cuore. La scelta sarà comunque ponderata e dipenderà anche dalle condizioni dei giocatori”, ha spiegato il ct, che ai suoi più che di moduli parla di “dare e avere stimoli, perchè abbiamo i mezzi e cattiveria per andare avanti”.
Dal canto suo il Trap dopo due bruttissime sconfitte si è già messo l’armatura da battaglia. “Contro l’Italia giochiamo per l’onore della nazione, per i nostri tifosi. Faremo del nostro meglio. Non vogliamo andare a casa con un’altra sconfitta”. Se i suoi avessero almeno metà della grinta del loro ct (e non è detto non ce l’abbiamo) per noi sarà più dura del previsto. Sia chiaro: potrà non essere una passeggiata come lo è stata per la Spagna (un netto 4-0 senza storia), ma la vittoria non deve essere messa in discussione, se no tornare a casa diventa sacrosanto. Oltre che matematico. (Alberto Lucchini)


Classifica – gruppo C
Spagna pt.4
Croazia pt.4
Italia pt.2
Repubblica d’Irlanda pt.0



L’Italia e il boccone croato: in campo stasera alle 18
14 giugno 2012, 11:39 am
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QUI ITALIA – “L’idea è di non cambiare tanto per dare una continuità”. Le parole sono del nostro ct Prandelli, e ci auguriamo suonino come auspicio. Eh sì, se l’Italia riuscirà a mantenere attenzione e palleggio sfoggiati coi campioni del Mondo all’esordio, le prospettive di digerire bene la pietanza croata sono ottime. La continuità chiesta da Prandelli comincia inevitabilmente dagli undici in campo: si va verso la conferma con l’unico dubbio Balotelli-Di Natale, dubbio che ci terremo fino agli inni iniziali. Per il resto quindi pare tutto confermato, con De Rossi che ha dimostrato eccome di meritare un posto in mezzo alla difesa (la prima vera vittoria di Prandelli contro tutti gli scettici). Proprio al romanista il ct pare chiederà un pizzico di lavoro in più, cercando di abbinare la grinta e l’attenzione difensiva ad una fase di appoggio per far ripartire la manovra. “Ha le doti fisiche per farlo, perchè ha la resistenza del centrocampista”, ha spiegato il coach di Orzinuovi. Su De Rossi ci ha già preso una volta, siamo quindi fiduciosi. Fermo restando che Barzagli “sta rispettando i programmi, siamo fiduciosi” dicono dallo staff medico azzurro. Stasera alle 18 non ci sarà, però già in previsione Irlanda è una bella notizia. Unico dubbio in attacco quindi, e Cassano (l’unico sicuro di scendere in campo dall’inizio) non ha preferenze: “Di Natale è il mio cecchino preferito, so che quando gli passo la palla, fa sempre gol”, e se gli si chiede chi preferisce tra “Marione” Balotelli e Totò la risposta è un correttissimo “me lo tengo per me”. Quando non dovrebbe diventa diplomatico. Terribile sto Cassano!
QUI CROAZIA – I ragazzi di Bilic stanno avanti nel girone, e questo già li fa partire favoriti. La squadra ancora una volta si è dimostrata tosta e all’esordio ha fatto vedere che grinta e sprazzi di qualità ce li ha. Come sempre. Bilic, secondo solo a Mourinho nel catalizzare l’attenzione davanti ad un microfono, ha già cominciato a caricare i suoi, in special modo il suo pupillo in mezzo al campo Modric, che “è meglio di Pirlo”. Sicuro dei suoi, il ct croato racconta la ricetta anti azzurro: “dovremo essere compatti e creativi, pressarli a tutto campo ed essere aggressivi”, e alla fine è certo che “non falliremo”. Tosto Slaven Bilic, ma si sapeva già. Il ct ha neutralizzato la polemica con Olic, che ha raccontato come la sua esclusione sia per scelta tecnica e non per infortunio come fatto credere. “La situazione di Olic è chiara”. Stop. Molti giornali hanno poi riportato la presenza nel ritiro croato di un “santone” con stimmate e un segno della croce inciso in fronte. Si tratterebbe di tal Zlatko Sudac. Sicuro però non sarà nell’undici iniziale, di questo Prandelli può star tranquillo.
Gli ultimi precedenti sanno di amaro per gli azzurri. Nel 2002 in Corea e Giappone l’Italia del Trap perse 2-1 nella fase a gironi (segnarono Olic e Rapaic), mentre nelle qualificazioni per Euro 96 una doppietta di Davor Suker ci stese in quel di Palermo. La pietanza sarà disgustosa da digerire anche stasera (in campo dalle 18), ma Prandelli e i suoi hanno tutto per buttare giù il boccone.
(Alberto Lucchini)