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Bobo Vieri, “bambinone” da 272 gol, ai microfoni di TMB
19 aprile 2012, 3:24 PM
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“Non mi sono mai considerato un fenomeno e il mio gioco era semplice: spalle alla porta, stop di petto, mi giro di fisico e tiro forte. Tutto qui”. Tutto qui significa per Christian Vieri 272 gol in una carriera che lo ha visto indossare tante maglie: insieme ad Aldo Serena, “Bobo” è l’unico calciatore ad aver giocate nelle quattro squadre di Torino e Milano. Ha fatto e fa parlare, da tanti è detestato, ma Pelé lo ha inserito nella “Fifa100”, la lista dei 125 migliori calciatori della storia e secondo la rivista World Soccer occupa il 71° posto nella classifica dei migliori marcatori del XX secolo. Ha segnato all’esordio, contro la Moldavia, il 1000° gol della Nazionale italiana, insieme a Baggio e Paolo Rossi è il giocatore che ha segnato più reti in un mondiale in maglia azzurra ed è al 9° posto nella classifica dei marcatori di tutti i tempi in azzurro.
– E allora cosa non ha funzionato? “Io il mio l’ho sempre fatto – racconta Vieri seduto ad un tavolino di fronte a un locale in corso Sempione a Milano – poi le vittorie dipendono da tante cose. Io ho la coscienza a posto, al massimo mi sono infortunato un po’ troppo spesso: senza gli infortuni avrei fatto 100 gol in più”.
– Perché allora Bobo Vieri è una figura così discussa?“Dai non stiamo qui a dirci le solite cose scontate tipo “io sono fatto così “ e roba simile – continua Bobo -. Semplicemente ho fatto le mie scelte e le ho pagate nel bene e nel male. E non mi importa se si parla di me non per i miei gol ma perché ho denunciato l’Inter: l’ho fatto e basta e vado avanti per la mia strada”.
– Hai introdotto tu: perché quella denuncia e cosa vuoi ottenere?“Ho introdotto e chiudo subito: c’è un processo in corso e non mi va di parlarne. Parliamo di calcio”.
– E se ti chiedessi dell’auto rubata dal finto parcheggiatore in corso Como?“Mi faresti innervosire perché anche quella storia mi ha stufato. In quel modo dei banditi hanno truffato e rubato auto a tante persone a Milano, ma ovviamente si parla solo di me. Ho sbagliato a dargli le chiavi? Sì, ho sbagliato, ma ripeto parliamo di calcio”.
– E sia: partiamo dalla Juventus.“Quella Juventus era la migliore squadra italiana degli ultimi vent’anni, non ho mai visto un’organizzazione così perfetta. Anzi, forse troppo perfetta per me – ride Bobo -. A parte gli scherzi a Torino si respirava voglia di vincere, tutto era organizzatissimo, niente lasciato al caso. I giovani come me erano protetti e crescevano bene e i più vecchi non mollavano mai. A pensarci ora, sarebbe stato meglio fare tutta la carriera lì”.
– Luciano Moggi, invece, ha fatto scelte diverse, con quella storia della bugia all’Avvocato…“Ha fatto il suo lavoro e ha vinto anche dopo avermi ceduto, quindi ha avuto ragione. La storia dell’Avvocato è verissima – continua Vieri -: il pomeriggio di fronte a me Moggi assicura ad Agnelli che rimango alla Juve, in serata vola a Madrid e a mezzanotte mi chiama il mio procuratore dicendomi che vado all’Atletico. Moggi era il migliore anche per quello: quale altro dirigente avrebbe avuto il coraggio di prendere per il culo l’Avvocato?”
– Eri contento di andare in Spagna?“Ma sì, a dire la verità non capivo un cazzo allora – ride ancora -. Mi coprivano di soldi ed ero curioso di andare a Madrid: forse avrei dovuto valutare meglio”.
– Ma l’anno dopo arriva la Lazio di Cragnotti e ti porta a Roma…“Ero contentissimo di tornare in Italia. Tra l’altro la squadra era fortissima, peccato per lo scudetto perso in quel modo a due giornate dalla fine. Quella è stata la delusione più brutta della mia carriera, ricordo che all’Olimpico piangevo come un bambino mentre il Milan vinceva lo scudetto a Perugia”.
– Poco dopo Bobo Vieri diventa “mister 90 miliardi” e si tinge di nerazzurro: la scelta giusta?“Facile dire no adesso dopo non aver vinto nulla – continua Bobo –: è andata così, ci siamo andati vicini e ho tanti rimpianti”.
– Suppongo il riferimento sia al 5 maggio 2002…“Una sensazione simile a quella che ti dicevo prima, ancora una volta lo scudetto mi è sfuggito a un passo dalla fine. Ma il rimpianto è anche non aver giocato la doppia semifinale di Champions contro il Milan nel 2003, perché mi ero fatto male a Valencia nel ritorno dei quarti. Quell’anno segnavo come un mitragliatore e sono convinto che con me in campo avremmo passato il turno”.
– Qual era il “male oscuro” di quell’Inter?“C’era troppa fretta e il presidente non era lucido nelle scelte. Non a caso l’Inter ha vinto tutto quando è arrivato uno come Mourinho che è riuscito a diventare l’unico punto di riferimento e l’unico a prendere decisioni”.
– Perché da idolo dei tifosi nerazzurri sei andato al Milan?“Perché era la squadra più forte tra quelle che mi volevano – risponde Vieri -. Ripeto io ho sempre dato il massimo per le squadre in cui ho giocato ma non sono mai stato juventino, interista o milanista. Qualcuno mi può dare del mercenario e non me ne frega niente, tutti i giocatori sono mercenari”.
– Zidane, Ronaldo, Kakà: hai giocato con i migliori degli ultimi vent’anni…“E’ per quello che ho fatto tanti gol – scherza –. Io non mi sono mai considerato un fenomeno e il mio gioco era semplice: mi piaceva stare spalle alla porta, stoppare di petto, girarmi di fisico e tirare forte. Tutto qui. La cosa strana è che hanno sempre parlato di me come di un “cazzone” lavativo e invece per diventare Bobo Vieri ho lavorato tantissimo, più di tutti gli altri, altrimenti sarei rimasto tra B e C. Il fisico ce l’avevo e di spalla buttavo giù tutti, ma tecnicamente quelli che citi tu sono di un altro pianeta: Ronaldo, per esempio, non si allenava mai perché non ne aveva bisogno”.
– Ancora una volta sei tu a dirlo: “cazzone” e lavativo, perché?“Ci sta anche questo non mi lamento. Se volevo farmi una serata non mi nascondevo, mi piace divertirmi e non ho mai rinunciato a nulla. Poi in sto mondo se vogliono ti massacrano: pensa a quello che è successo a Coco, l’hanno distrutto e invece è stato sfortunatissimo. L’hanno operato male alla schiena e rischiava di non camminare più, per tornare ha fatto sacrifici enormi ma contava solo se stava con Manuela (Arcuri, ndr)”.
– Chi è e cosa fa Bobo Vieri oggi?“E’ un ex giocatore che va orgoglioso dei gol che ha segnato e di quello che ha fatto nel calcio – conclude Vieri – ed è un uomo felice: sono un bambinone e non lo nascondo, ma non sono uno scemo: fortunatamente ho guadagnato una montagna di soldi e li ho investiti bene e per questo non ho nessuna voglia di crescere”. (Marco Vailati)